sabato 19 dicembre 2009

QUALCUNO SI OSTINA ANCORA A COLLOQUIARE CON CHI NON DEVE,E PERSISTE NEL FARE IL LECCA LECCA........


FINI, DALEMA,RUTELLI ,CASINI,BERSANI ,DI PIETRO,INVECE DI ROMPERE SEMPRE LE SCATOLE A BERLUSCONI ,ANDATEVENE A CASA..ALTRIMENTI FATE COME A GALLICANO NEL LAZIO CHE GLI OPPOSTI SI ATTRAGGONO,E COME AL SOLITO TRA UN CAFFE E L'ALTRO,TRA UN FACEBOOK E L'ALTRO FINISCE SEMPRE A TARALLUCCI E VINO.

CIAO A TUTTI IL DUX VI AUGURA UN BUON NATALE.....

















giovedì 10 dicembre 2009

DELITTI AMBIENTALI, SERVE LA LEGGE...

Valerio Ceva Grimaldi

L’INTERVISTA. Gianfranco Amendola, Procuratore della Repubblica di Civitavecchia e autore di diverse inchieste, dalla malasanità romana fino a Radio Vaticana: «Da anni chiediamo di migliorare la nostra normativa sui rifiuti, molto carente». Ma ci sono da combattere fortissimi interessi.

Gianfranco Amendola è uno dei padri nel nostro ordinamento del diritto per l’ambiente. È stato procuratore aggiunto alla Procura della Repubblica di Roma, deputato europeo dei Verdi nel 1999, vicepresidente della Commissione per la protezione dell’ambiente e autore di numerosi libri in materia di legislazione penale ambientale (tra cui il notissimo In nome del popolo inquinato). È stato anche membro dei direttivi di Legambiente, Wwf e Italia Nostra. Dall’ottobre 2008 è Procuratore della Repubblica di Civitavecchia.
Oggi si parla molto delle “navi dei veleni”. Ma i misteri continuano ad addensarsi su quanto, fino ad ora, non è stato fatto per cercare la verità.
Ricordo che già negli anni ‘80 ci fu un intervento della magistratura per far ripescare un carico molto pericoloso per l’ambiente. In quell’occasione fu tirato su tutto. Poi della vicenda, nel corso del tempo, si è sempre parlato. Ma senza andare a fondo.
C’è anche un problema di leggi inadeguate?
Certo. La normativa vigente non ci aiuta molto. Quella sui rifiuti è basata sul regime delle contravvenzioni: l’unico delitto, peraltro introdotto da pochi anni, è quello che si riferisce a un “ingente carico di rifiuti”. Ma la fattispecie è formulata anche molto male. E anche questo non aiuta affatto.

E nessuno ha fatto nulla?
Sono anni che noi magistrati abbiamo proposto di introdurre normative come ce ne sono negli altri Paesi europei, che prevedono i delitti contro l’ambiente. Ma purtroppo in Italia non è stato mai fatto. L’ultimo a provarci è stato Pecoraro Scanio. Ma senza successo.

Chi era a porre ostacoli?
C’è sempre stata l’opposizione di altri ministeri, come quello della Giustizia. Nell’ultimo governo Prodi ad opporsi fu il dicastero dello Sviluppo economico. In generale, comunque, ci sono state forti resistenze da parte di chi ha da perdere in caso di approvazione di una legge di questo tipo. Sono materie che toccano forti interessi. Se non c’è una volontà politica condivisa una normativa di questo tipo non passerà mai.

Come giudica la grande manifestazione di Amantea?
Certamente è un fatto positivo, che fa seguito ad anni in cui si è un po’ perso lo spirito di voler fare qualcosa per la tutela dell’ambiente. Si è pensato che tanto un po’ tutti si riempiono la bocca di parole come “ecologia”, ma all’irrompere di problemi apparentemente più gravi, come la crisi economica, l’attenzione su queste priorità è calata. Ma questi temi riguardano tutti e da vicino.
Cosa fare, allora?
Dal particolare bisogna passare al generale. I problemi nascono sul territorio, certo, ma ora bisogna cambiare gli stili di vita, il modo di consumare. Bisogna riacquistare una forte coscienza sui problemi ambientali, impegnarsi per cambiare la cultura della nostra società.

Serve un sussulto di coscienza anche per la politica.
Specie dopo Amantea.E allora lancio un appello: il Parlamento approvi presto norme che tutelino seriamente l’ambiente.

domenica 6 dicembre 2009

Segnalazione di Osservatorio Antiplagio..volti familiari....

Alla c.a.
Ministero dell'Interno - caposegreteria.ministro@interno.it
Polizia delle Comunicazioni - poltel.rm@poliziadistato.it
Guardia di Finanza - sos@gat.gdf.it

Osservatorio Antiplagio denuncia che un utente di Facebook, Raffaele Lucarelli (residente in Texas), ha creato un gruppo - www.facebook.com/group.php?gid=58221928296&ref=mf - intitolato: ''Giuseppe Setola, per tutti coloro che stanno con la camorra''. Attualmente risultano iscritti 98 membri. Giuseppe Setola e' stato arrestato dai Carabinieri nel gennaio scorso. Nel 1992 aveva compiuto il suo primo omicidio. Il suo carattere ribelle e senza regole gli era valso il soprannome di ''a puttana'', affibbiatogli dai boss Francesco Schiavone e Francesco Bidognetti. Dopo l'arresto di Francesco Schiavone, Setola aveva preso le redini del clan dei casalesi, insieme a Michele Zagaria e Antonio Iovine. Ritenuto responsabile della strage di Castelvolturno, fino alla data dell'arresto era considerato uno dei piu' pericolosi latitanti. Nel suo appartamento sono stati trovati 100.000 euro in contanti, due pistole, un fucile a pompa e una busta di medicinali. Era ricercato dal 2008 per associazione a delinquere e omicidio.
Osservatorio Antiplagio sollecita l'intervento del ministro dell'Interno e della Polizia delle Comunicazioni o della Guardia di Finanza affinche' venga chiesto agli amministratori di Facebook, che hanno gia' ricevuto svariate segnalazioni in proposito senza intervenire, l'oscuramento del gruppo e l'immediata individuazione dei responsabili. Se si vuole contrastare realmente la criminalita' organizzata, non si puo' tollerare che in un ''social network'' frequentato soprattutto da giovani si istighi alla violenza e venga fatta propaganda alle ''gesta'' di un criminale.

*Per Osservatorio Antiplagio
www.antiplagio.org