mercoledì 10 giugno 2009

Salto della quaglia.occhio chi tanti pali zompa........



Voltagabbana tra fiori e letame.
Un excursus tra i tanti campi di casacca della politica italiana e le polemiche relative. Bipartisan
Carrettate di letame, carrettate di fiori. Le reazioni alla scelta di Follini di passare al centrosinistra sono documenti storici straordinari.
Perché mostrano con accecante chiarezza come la politica italiana sia vissuta ormai, salvo eccezioni, come una guerra per bande. Dove conta una cosa sola: chi è con te, chi è contro di te. Fine. E al diavolo tutto il resto. A partire dalla coerenza. Ma come: quelli che oggi sommergono di insulti l'ex segretario dell'Udc non sono gli stessi che mesi fa lodavano la nobile e tormentata decisione di Sergio De Gregorio di piantare in asso la sinistra che l’aveva eletto? E quelli che ieri marchiavano d’infamia il senatore dipietrista reo di aver tradito per fare il presidente della Commissione Difesa coi voti polaroli non sono gli stessi che oggi plaudono alla meditata e sofferta rottura dell’ «Harry Potter» neodemocristiano? Per carità, sempre successo. Basti ricordare la diversità dei cori, divisi tra lo sdegno e l’approvazione, che accompagnarono nel '94 la scelta di Luigi Grillo di consentire con il suo voto la nascita al Senato del primo governo Berlusconi, contro cui aveva fatto parte della campagna elettorale nelle file del Ppi di Mino Martinazzoli. Oppure, sul versante opposto, il sollievo sorridente della sinistra e la schifata rivolta delle destre contro la decisione di Clemente Mastella ed altri di rompere nel '98 col Polo per consentire la nascita del primo governo D'Alema.
Ricordate, il debutto in Parlamento? Giuliano Urbani parlò di un «governo giuda». Gianfranco Micciché di un’accozzaglia di «saltimbanchi, truffatori, massoni, boiardi di Stato» capaci solo di «strisciare come vermi». Manlio Contento di una «compagine di viados della politica italiana». Gianfranco Fini di un esecutivo «di rigattieri». Ciò detto, rispolverò l'invettiva che Alberto Giovannini aveva usato per bollare i monarchici che avevano abbandonato Achille Lauro per arruolarsi nella Dc: «Puttani! ». E Silvestro Liotta detto Silvio arrivò a dire che a molti componenti del nuovo governo erano «andati trenta denari ». Parlava da un pulpito tutto suo: poche settimane prima, era stato lui, infatti, a far cadere Prodi tradendo la sinistra dopo aver tradito la destra con la quale era stato eletto. E incassando, al rientro, la benedizione di Gianfranco Micciché: «E' chiaro che quando gli abbiamo riaperto le porte del partito non c’è stato manco bisogno di dirgli che il suo collegio è lì che lo aspetta».
Va da sé che, a seconda di «chi tradiva chi», sono sempre cambiate le opinioni. E se certi vecchi naviganti della politica ne ridacchiavano come Francesco Cossiga («Il primo voltagabbana della storia fu San Paolo sulla via di Damasco») o Claudio Martelli («Anche Lutero era cattolico, prima di diventare protestante»), ci sono stati momenti in cui la destra, per bocca di Francesco D'Onofrio, arrivò ad affermare la necessità d’inserire nella nuova Costituzione «una legge contro il salto della quaglia». E altri in cui la stessa proposta è partita da sinistra. Anzi, sbottò un giorno il senatore verde Athos De Luca, «per quelli che cambiano partito si dovrebbe adottare il sistema degli indios Paes, che in Colombia gettano i traditori nelle acque di un lago».
Esagerati. Pronti comunque a spalancare le braccia ogni volta che il figliol prodigo di turno tornava a casa. E c'è chi, tirandosi dietro gli insulti degli alleati abbandonati, ha mangiato il vitello grasso sia per il ritorno a destra e sia per i ritorno a sinistra e magari poi di nuovo a destra. Come Rocco Buttiglione, Alessandro Meluzzi, l'Umberto Bossi e altri. O Totò Cuffaro, che in una sola legislatura di vitelli grassi, avanti e indré, è arrivato a mangiarne una quantità. Insomma: c'è voltagabbana e voltagabbana. Quello infame ti molla, quello buono ti soccorre. Mai però, a causa degli equilibri incerti del Senato, si è vista tanta ipocrita indignazione e tanta ipocrita soddisfazione quanto nell'incrociarsi delle scelte opposte di Sergio De Gregorio e di Marco Follini. Era commossa, la destra, quando il senatore eletto con la più antiberlusconiana delle liste, quella dipietrista, svol tò a destra. «La politica è anche assunzione di responsabilità», disse Gianfranco Fini, «il franco tiratore è un vile, chi invece si assume le proprie responsabilità merita rispetto». «E' un uomo di grande spessore», spiegò Gianfranco Rotondi.
«Chi li conosce, quelli di sinistra, li evita », gongolò Roberto Calderoli. «Renato Schifani gli ha telefonato stanotte per chiedergli se fosse disponibile a diventare il nostro candidato in commissione Difesa... », rivelò Paolo Guzzanti. E spiegò che per quelli come lui la Cdl era pronta a «offrire sponda». A sinistra, fulmini e saette. «Si è trattato di trasformismo e mercimonio», accusò Franco Giordano. «Una vera e propria compravendita», rincarò Gennaro Migliore. «Dopo essere stato eletto col centrosinistra, dovrebbe sentire il dovere di dimettersi», sibilò Vannino Chiti. «Giuda era e giuda rimane», sbottò Antonio Di Pietro. Al che Giampiero Catone saltò su indignato: lui un giuda? Noooo! «Quella a De Gregorio è una vergognosa aggressione! » E assicurò: «Per lui le porte della Democrazia Cristiana per le Autonomie sono sempre aperte».
Ieri, oplà, tutto rovesciato. Di qua Pierluigi Bersani diceva che lui Follini lo stimava «già prima» ed Enzo Carra dava «il benvenuto a Marco», di cui conosceva «la sofferenza personale che dura da anni », e Renzo Lusetti che si congratulava per l'arrivo di un «uomo di raffinato intuito politico, dalle ottime capacità propositive e di grande spessore morale». Di là, con l'eccezione di Giuliano Ferrara («chi lo aggredisce è un bischero») e rari altri, grandinavano insulti. Da Alessandra Mussolini («Scelte immorali») a Luigi Vitali («Compravendita di uomini»), da Sandra Monacelli («Un salto della quaglia») a Lorenzo Cesa («Fenomeni di trasformismo») a Piero Testoni: «L'Italia di mezzo è l'Italia dei mezzucci». E se domani il caro Marco tornasse di là? Vitello grasso! Vitello grasso! In fondo, per molti, è solo un gioco. O no?

14 commenti:

  1. Caratelli scrive ll coraggio di cambiare.Da che e da cosa?O forse sta cercando le parole giuste per dirci di qualche suo cambiamento così come si vocifera?Ma almeno Caratelli ha avuto il coraggio di scrivere un anticipo,ma il sig.Accordino che cosa fa?Scive le solite stupidaggini ieri verso i candidati PDL oggi che vola in alto.Non vorrei che volasse talmente in alto che la moglieper nutrirlo dovrà utilizzare una fionda.Ma dove sono finiti tutti quei soloni del PD che stazionavano davanti alle scuole?Ma non ritengono d chiedere conto e responsabilità al loro segretario per avere portato il partito al minimo storico?

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  2. Ma a Gallicano si dovrbbe ammazzare un vitelo grasso? Oppure sarebbe il caso di ammazzare il PORCO GRASSO?

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  3. Anonimo ha detto...
    ma ciamei che ha fatto meglio de caratelli? non dite stupidaggini qua ci vuole una figura forte e politicamente preparata come squoiapetate che s'è rigirato i fratelli Hänsel e Gretel e se l'è portati dentro la sua roulotte politica. Quello sta co tutti e contro tutti basta che s'è fatto casa e s'è sistemato orto e cavoli sua col parente dall'altra parte. Piantetela! Lu professore rappresenta issù e tre quattro portantini dè lì sei e basta.

    10 giugno 2009 16.36

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  4. Pasquino è la più celebre statua parlante di Roma, divenuta figura caratteristica della città fra il XVI ed il XIX secolo.

    Ai piedi della statua, ma più spesso al collo, si appendevano nella notte fogli contenenti satire in versi, dirette a pungere anonimamente i personaggi pubblici più importanti. Erano le cosiddette "pasquinate", dalle quali emergeva, non senza un certo spirito di sfida, il malumore popolare nei confronti del potere e l'avversione alla corruzione ed all'arroganza dei suoi rappresentanti.

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  5. Ciamei ha fatto sicuramente meglio de Caratelli, lo dimostra il fatto che ora Caratelli non è più seguito. Un ex amico

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  6. casini non è pierferdy...

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  7. Io so solo una cosa con Ciamei e gli altri il partito della destra alle scorse comunali ha preso 207 voti alle europee senza Ciamei e company i voti sono stati 16. Fatevi spiegare il motivo da Accordino e Caratelli.

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  8. Io non sono mai stato preparato come altri in politica,ma certe cose non le capisco.Come fa Caratelli a prendersela con chi non l'ho capito,se a Gallicano non lo segue più nessuno e la destra ha preso poco più di una decina di voti.Se come responsabile di collegio a Palestrina non è arrivato neanche a 40 voti e se il segretario della destra ha preso se non sbaglio 0 voti.Ma con chi se la vuole prendere se non con se stesso, se domenica scorsa ha fatto parte di una coalizione che sosteneva il candidato pdl e il giorno dopo gli schiaffoni (politici)presi srive sul blog contro Berlusconi sostenendo i fermarlo finchè siamo in tempo.Mi sembra di rileggere quando proponeva sondaggi contro Angelo Rossi sostenendo che mai e poi mai poteva fare politica insieme a lui per poi fare l'esatto contrario.Per quanto riguarda Palestrina scriveva che la destra sarebbe andata da sola alle elezioni e mai con il pdl e qualche giorno dopo proclama che la destra è insieme alla pdl.Ma forse,non è il caso che lui faccia chiarezza con se stesso prima di chiederla agli altri e dire che nessuno lo capisce e che lui ha fatto tutto lui e che lui è solo una povera vittima?Grazie.

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  9. Se volete sapere dove sono andati a finire i voti della destra andate a chiederlo a Lallo...si dice che a qualcuno,prima di accettarlo, hanno chiesto la prova come si fa con il tassello del cocomero per sentire quant'è dolce...e pare che l'assaggio gli è piaciuto....a buon intenditor poche parole...

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  10. nel collegio di caratelli:

    LA DESTRA
    cave 1%,
    genazzano 1,50%
    --------
    palestrina 0,65
    gallicano 0,62

    IDV
    cave 5,97%
    genazzano 5,51%
    ----------
    palestrina 5,51
    gallicano 6,96%

    comè questa differenza ?
    A Palestrina e Gallicano ha preso di meno mentre negli altri comuni ha preso di più,l'IDV a Palestrina e Gallicano è rimasto uguale o ha preso di più...
    Mistero...

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  11. Anonimo ha detto...
    Ma i post del PD di gallicano li scrive PIERINO (alvaro vitali)????
    non riesco a capire il senso delle
    percentuali, dice che milana ha preso il 47% dei voti pd e scurria il 39% dei voti pdl, quindi milana ha ottenuto un risultato migliore...qualcuno ricordi allo scrivano del pd che a gallicano il suo partito è stato votato da 697 persone e il pdl da 1391 quindi le percentuali le faccia seriamente e dica che su 2678 vtanti il 51,94% ha scelto scurria mentre il 25,35 ha scelto milana.
    Risolva questo piccolo esercizio e ne avrà la prova:

    2678:100=1391:X
    2678:100=697:x

    Non occorre la laurea in medicina e la specialisica(?????) in chirurgia per farlo. CIAO

    12 giugno 2009 10.24

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  12. IL PROFESSORE E' STATO BECCATO IN CASTAGNA!...AHIA...PROVATE COL BABY ASSESSORE...A LUI FORZE 2+2 ANCORA PERMETTONO DI FARLO...PERCHE' TUTTO FA MENO CHE L'ASSESSORE...

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  13. Che pena leggere su qualche blog il piagnisteo di qualcuno,gli automessaggi autoinviati di comprensione e di coraggio nell'andare avanti,solo perchè si è capito di avere sbagliato tutto e di essere rimasto solo(meno che il professore e qualche consigliere).Basta con chi dice di essere contro questo o quello per poi scoprire ogni volta che invece ci si vede e si trama insieme.Stop a questi personaggi che continuano a autodarsi i gradi di generale quando invece nella realtà non sono neanche caporali.Ancora non hanno capito che possono fregare le persone una volta e non sempre.E poi sempre con i soliti messaggi rivolti a qualcuno senza avere il coraggio di dire a chi sono rivolti.Basta si levassro dalle palle queste persone che non hanno il coraggio di mettersi in lista,che fanno scendere altri e poi scaricano su loro le responsabilità per le sconfitte.

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