Roma, 2 apr. (Adnkronos) -
Giro di vite sui dipendenti pubblici che, con il loro silenzio o con risposte date in ritardo, non danno risposte immediate alle richieste del cittadino. La Cassazione ha infatti convalidato la condanna per omissione in atti d'ufficio nei confronti di un ingegnere del Comune di Castelvetrano, Antonino S., addetto ai servizi tecnici, colpevole di non aver dato una risposta alla formale richiesta di una cittadina, Giuseppa C. che, in quanto destinataria di un provvedimento di espropriazione, aveva chiesto al tecnico di prendere visione dell'atto di cessione al Comune da parte della Regione Siciliana di aree destinate alla realizzazione di un parcheggio.
Nonostante la signora avesse fatto una richiesta formale il 13 aprile del 2000, Antonino S. non le aveva mai dato una risposta esauriente. Da qui la denuncia e la condanna dell'ingegnere per omissioni di atti d'ufficio sancita dal Tribunale di Marsala, dalla Corte d'Appello di Palermo e oggi dalla Cassazione.
Scrivono i supremi giudici della VI sezione penale (sentenza 14466) che rischia una condanna per omissione di atti di ufficio punito dall'art. 328 c.p. il dipendente della Pubblica amministrazione che nei confronti del cittadino temporeggia davanti alle sue richieste o resta in silenzio.
''Resta ingiustificato - scrivono gli 'ermellini' - il silenzio omissivo del pubblico ufficiale perche', nell'economia del delitto di cui all'art. 328 c.p., una volta individuato l'interesse qualificato alla conoscenza da parte del richiedente, anche la risposta negativa dell'ufficio adito, in termini di indisponibilita', oppure di parziale disponibilita' della documentazione richiesta, fa parte del contenuto dell'atto dovuto al cittadino, il quale, sull'informazione negativa, puo' organizzare la sua strategia di tutela, oppure rinunciare in modo definitivo ad ogni diversa sua pretesa''.
La severita' della norma, aggiunge Piazza Cavour, e' ''posta a tutela del privato ed e' strutturata in modo da impedire sacche di indebita inerzia nel compimento di atti dovuti''.
Sulla stessa lunghezza d'onda anche la Corte d'Appello di Palermo che, il 21 marzo 2006 aveva confermato la condanna per omissione di atti d'ufficio nei confronti dell'ingegnere comunale.
Inutile il suo ricorso in Cassazione volto ad attenuare il suo silenzio colpevole: Piazza Cavour ha respinto il ricorso avvertendo che d'ora in avanti ''il silenzio omissivo del pubblico ufficiale'' o gli eventuali ritardi nelle risposte al cittadino si pagheranno a caro prezzo.
http://www.greenbullets.blogspot.com/
RispondiElimina