mercoledì 24 giugno 2009

DAL GIORNALE.ITPalestrina Una signora si offre di pagare la carrozzina «negata»


A una settimana esatta dall’articolo apparso sul nostro quotidiano che denunciava come la Asl Rm G di Palestrina avesse negato l’autorizzazione a fornire una carrozzina a un malato terminale, F.T., «perché aveva già ricevuto un letto ortopedico provvisto di materasso antidecubito», arrivano le prime risposte. Ma contrariamente a quanto si possa pensare, a farsi carico di accogliere la richiesta dell’ausilio riabilitativo necessario per la deambulazione del disabile, non è l’azienda sanitaria. Che continua a essere sorda davanti alla quotidiana sofferenza del paziente, residente a Gallicano, affetto da emiplagia sinistra.Infatti, proprio il direttore generale della Rm G, a cui i familiari del malato hanno scritto una lettera lo scorso 6 giugno, a oggi non si è neanche degnato di motivare il diniego all’assegnazione della carrozzina, un presidio ortopedico essenziale per gli spostamenti intramoenia ed extramoenia del disabile. La buona notizia arriva invece da una cittadina romana, A.G., che, stanca di assistere alla cattiva gestione di una sanità pubblica sempre più silente, ha deciso di dare la sua disponibilità a noleggiare per un anno una carrozzina per l’invalido. Contattata dal Giornale la signora, residente ai Parioli, ha spiegato le ragioni del suo gesto di solidarietà: «Anche io ho vissuto un percorso di sofferenza - spiega la 67enne in pensione - che ho dovuto affrontare da sola. Le Asl si nascondono dietro la scusa che non hanno i fondi e stringono i cordoni della borsa per l’assistenza sanitaria in favore dei malati». E la pensionata rincara la dose, puntando il dito contro le istituzioni: «Il governatore Marrazzo tratta i malati come delle cose e non come delle persone». Commossa per la generosità di un privato, direttamente proporzionale al menefreghismo della Asl Rm G, la famiglia di F.T., di cui si fa portavoce Mirko, uno dei tre figli del paziente: «Ringrazio pubblicamente la signora e mi impegno a farlo di persona quanto prima - dice il ventiseienne -. Non capita tutti i giorni di trovare persone con un cuore così grande e che mettono a disposizione i risparmi di una vita per affittare una carrozzina per uno sconosciuto».

martedì 23 giugno 2009

Berlusconi risponde al Pd: Sconfitta? Vorrei sempre perdere in questo modo


Roma - Il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, esprime soddisfazione per l’esito dei ballottaggi alle elezioni amministrative per molti comuni e province e risponde con ironia al Partito democratico che, ieri sera, aveva parlato di "un'inversione di rotta". "Se questa per l’opposizione è una vittoria, noi vogliamo sempre perdere così".
Berlusconi soddisfatto Il Pd non ammette la sconfitta neanche davanti ai risultati schiaccianti. Ancora ieri sera, a urne chiuse, il leader democratico, Dario Franceschini, aveva esultato per i risultati dal centrosinistra e deriso il Pdl per la sconfitta: "E' l’inizio di un declino del centrodestra". Così non è stato. I numeri parlano chiaro. "La campagna elettorale - osserva il presidente del Consiglio - si è conclusa nel seguente modo: prima delle elezioni amministrative, e relativamente alla popolazione interessata dal voto, il centrodestra rappresentava 5.358.810 cittadini e governava in 9 province". E ancora: "Il centrosinistra rappresentava 27.541.359 cittadini e governava in 50 province. Altre 3 province (Monza-Brianza, Bat e Fermo) erano di nuova istituzione e interessavano 1.280.809 cittadini". Oggi, il quadro si è ribaltato: il centrodestra rappresenta 21.250592 cittadini e governa in 34 province. Il centrosinistra rappresenta 12.930.386 cittadini e governa in 28 province. "Il centrodestra - conclude Berlusconi - ha conquistato 25 province in più ed ha quadruplicato la popolazione rappresentata. Il centrosinistra ha perso 22 province ed ha più che dimezzato la popolazione rappresentata".


venerdì 19 giugno 2009

IL FANTASMA DI DINO GRANDI SI AGGIRA PER GALLICANO..E ANCORA PARLA..














venerdì 25 luglio 2008
La drammatica riunione dura 10 ore.Ciano si alza in piedi con una proposta assurda, quella di fondere insieme l'ordine del giorno Grandi con l'ordine del giorno Scorza, La proposta cade fortunamente nel vuoto. E' a questo punto che il duce, giudicando di avere in pugno la maggioranza dell'assemblea, decide di mettere ai voti il mio ordine del giorno.La deliberazione da me proposta, quale surrogato di un voto parlamentare è approvata a grande maggioranza: 19 contro 5.Con voce stupefatta il segretario del partito comunica all'assemblea i risultati della votazione.Dopo un attimo di silenzio il duce si alza e si avvia a passo lento verso l'uscita. Ferma con un gesto del braccio il segretario del partito, mentre questi si accinge a dare il consueto saluto al duce. Sulla soglia della sala del Mappamondo il duce si volge verso l'assemblea e dice: "Il Gran Consiglio stasera ha aperto la crisi del regime".
Prego il ministro della Real Casa di recapitare il documento immediatamente nelle mani del Sovrano. Insisto sulla necessità di decisioni immediate per prevenire l'inevitabile rappresaglia tedesca. Insisto sul nome del maresciallo Caviglia come eventuale successore di Mussolini, quale Primo Ministro e di Alberto Pirelli come ministro degli esteri.
Il ministro della Real Casa osserva: "Perché Caviglia e non Badoglio? [Durante la prima guerra mondiale d'Acquarone era stato per molto tempo ufficiale dell'allora generale Badoglio e aveva mantenuto con lui dimistichezza di rapporti.] Gli rispondo spiegando gli ovvi motivi di questa mia convinzione.
Alle ore 12 il ministro della Real Casa mi fa sapere che il Sovrano ha affidato poco prima al maresciallo Badoglio il compito di succedere a Mussolini nella carica di Primo Ministro.Il Re riceverà a Villa Savoia, residenza privata del Sovrano, il duce alle ore 17.Il duce non è più dittatore d'Italia.

mercoledì 17 giugno 2009

CARROZZINA NEGATA A UN DISABILE..PALESTRINA ASL RM G..VERGOGNA..


Un calvario iniziato a fine dicembre, quando i medici del policlinico Umberto I gli hanno diagnosticato un tumore ai polmoni. Che progrediva velocissimo fino a intaccare altri organi come il cervello, con la comparsa di metastasi di primo e secondo grado. Poi il ricovero nel reparto di chirurgia per ulteriori accertamenti e, successivamente, la chemioterapia in day hospital sempre presso la struttura ospedaliera in viale Regina Elena.Una battaglia per la vita, che F.T., 63 anni residente a Gallicano, ha continuato a combattere anche lo scorso marzo, quando i camici bianchi gli hanno riconosciuto un’emiplagia sinistra con assenza del controllo del tronco, in seguito a un ictus ischemico, ricoverandolo, stavolta, in medicina di urgenza e giudicandolo malato «terminale». Una via crucis percorsa con coraggio dall’ex fabbro, ora in pensione, assistito, quotidianamente, con cure oncologiche a domicilio da un’infermiera dell’Irccs San Raffaele di Velletri. A ostacolare una strada, già di per sé tortuosa per il disabile, la Asl Rm G, del distretto sanitario di Palestrina. Sebbene infatti l’azienda sanitaria abbia provveduto a fornire al paziente un letto ortopedico provvisto di un materasso antidecubito - per evitare la formazione delle tipiche piaghe e lesioni che insorgono per la prolungata immobilità del malato - ora gli nega una carrozzina ortopedica per gli spostamenti intramoenia ed extramoenia. Un ausilio riabilitativo fondamentale per la deambulazione che consentirebbe a F.T., imprigionato nel letto di una camera, di uscire nel piccolo giardino della sua abitazione a prendere una boccata di ossigeno. E il paradosso è che era stata proprio una specialista in medicina fisica e riabilitativa della Rm G, a prescrivere, il 26 maggio scorso, la carrozzina, dopo aver visitato a domicilio il malato e avendone realmente appurato lo stato di salute gravemente compromesso. Una richiesta che non è stata accolta, appunto, dal responsabile del settore di medicina legale della Rm G di Palestrina, Egidio Salandi, che lo scorso 5 giugno, ha negato l’autorizzazione della «prestazione protesica sanitaria». «Il paziente, a cui non è stata riconosciuta l’invalidità civile, ha già ricevuto un letto ortopedico e un materasso antidecubito - si legge nel documento redatto dal medico - e la diagnosi della patologia da cui è affetto, non giustifica la prescrizione di una carrozzina. L’autorizzazione è, pertanto, sospesa».Non si danno pace i familiari del disabile che, amareggiati, hanno scritto lo scorso 6 giugno al direttore generale della Rm G offrendosi di restituire il lettino ortopedico e il materasso e, in aggiunta, 800 euro, pari al valore dello stesso. «Ma quanti sono - si interroga Mirko, uno dei tre figli dell’artigiano - i malati para e tetraplegici che giustamente usufruiscono del materasso e del letto per dormire come tutti noi e hanno avuto anche l’assegnazione di un presidio ortopedico importante, come quello di una carrozzina che ti permette di “restare integrato” nel mondo e non escluso e buttato in un letto?». La risposta spetta ora alla Asl Rm G.

martedì 16 giugno 2009

DAL BLOG DELLA DESTRA DI GALLICANO.DIECI GIORNI DOPO LE EUROPEE,ALEA JACTA EST..FATE VOI..


Mi raccomando scrivete solo messaggi costruttivi e non offensivi.

Non ho parole anche se già èra tutto preventivato da un losco gioco sinistroide architettato a mestiere,da grandi luminari politici locali.(come disse il duce Noi tireremo dritto.Ho voluto mettere queste tre foto giusto per ricordare il grande cammino intrapreso da mister x.

lunedì 15 giugno 2009

Serena fine di una bellissima avventura
In data odierna ho presentato al Segretario Provinciale de La Destra, le mie dimissioni da ogni incarico nel partito e contestualmente la revoca della mia iscrizione al movimento politico de La Destra.Difficoltà ed incomprensioni,non insormontabili ma comunque significative, scelte discutibili e nebulose circa la direzione che il partito debba prendere,mi hanno definitivamente convinto che non si può continuare a navigare a vista.Le difficoltà alle quali la gente chiede soluzione,i problemi ambientali,sociali e di giustizia,equità e legalità del nostro paese non possono aspettare che La Destra maturi,si organizzi e trovi la sua strada.Le risposte,che di certo non ci mancano,vanno date ora ai cittadini perché ogni giorno che passa a Gallicano,ad esempio, i politici disonesti ed i parassiti sociali al loro seguito,continuano a fare disastri a danno del territorio e della popolazione.Avere le risposte (non tutte,ci mancherebbe) ed avere la volontà di metterle in pratica ma non essere nelle condizioni economiche,organizzative e politiche per proporle ed affermarle è estremamente avvilente ed alla lunga sfiancante.Mi sono iscritto a La Destra,nel 2007, due giorni dopo la sua fondazione e l’ho immediatamente portata a Gallicano,fondando la locale sezione.Ero solo,siamo cresciuti,poi qualcuno ci ha abbandonato ma siamo andati avanti lo stesso. In meno di due anni in qualità di Segretario locale del partito ho presentato decine di denunce,esposti,richieste di informazioni praticamente a tutti gli interlocutori istituzionali: ministeri,regione,provincia,comune,prefettura,asl,vigili urbani su ogni sorta di problematica e credo con ciò di aver compiuto,nel mio piccolo e per quel che è servito,pienamente il mio dovere civico di cittadino innanzitutto e quello politico di rappresentante di un partito poi. Sembrerà puerile ma la più grande soddisfazione è stato quando ho richiesto,pagando diverse decine di euro,i bilanci comunali ed alcune delibere per metterli gratuitamente sul sito internet a disposizione di tutti: un gesto simbolico indirizzato ai nostri amministratori per dimostrargli la loro superficiale insensibilità verso il sacrosanto (e costituzionale) diritto alla trasparenza amministrativa ed alla partecipazione popolare ostinandosi nel continuare a non portare nelle case dei gallicanesi ciò che più li riguarda e gli spetta,ovvero lo stato economico del loro comune e gli atti che decidono le loro condizioni di vita e le sorti del nostro paese.Appena nati poi abbiamo dovuto affrontare le elezioni comunali e lo abbiamo fatto con i nostri modesti mezzi ma con tutta la passione e l’onesto entusiasmo di ragazzi alla prima esperienza politica.Desideravamo solo portare un po’ di indispensabile novità e di necessario stimolo ad un sistema politico autoreferenziale che da più di vent’anni contrapponeva le solite due liste composte dai soliti personaggi. Quella è stata una splendida avventura che personalmente ho vissuto con indimenticabile emozione e per la quale sarò sempre grato agli amici che mi hanno sostenuto nella nascita della lista,nella presentazione della mia candidatura a sindaco ed in tutta la campagna elettorale. L’unico rimpianto che ho è che quel gruppo a cui io tenevo moltissimo alla fine si è scompaginato e il vero obiettivo,quello di crescere insieme,è venuto a mancare. L’abbandono vissuto da me con più amarezza quello di Andrea Ciamei,l’abbandono mai ammesso quello di Gabriele Milani,li ringrazio però entrambi per il fondamentale aiuto che mi hanno dato in tante iniziative e per lo spirito iniziale con cui ci siamo mossi. L’atteggiamento più deprimente quello di qualche invidioso opaco personaggio burattinaio e ventriloquo che invece di attaccare coraggiosamente chi rappresenta e fa il male di questo paese,ha preferito bersagliare vigliaccamente il sottoscritto con pretestuose falsità anziché sostenerlo nella battaglie che stava facendo: i loro compagni di merende gliene saranno eternamente grati.Oggi però il clima politico assonnato ed anestetizzato è cambiato e non ho dubbi nell’affermare che sia la maggioranza che la minoranza sanno che non sono più soli a suonarsela e cantarsela ma c’è un terzo soggetto politico che tramite internet,sit-in,manifesti,gazebo,presenza in consiglio comunale ed altro ancora,controlla il loro operato e li stimola a lavorare meglio. Di questo Gallicano ne ha sicuramente beneficiato e posso affermare che forse questo è l’unico vero obiettivo che abbiamo raggiunto. E non è poco.Continuerò le mie battaglie per migliorare questo paese che ho imparato ad amare e la qualità di vita dei suoi cittadini che ho imparato a conoscere, attraverso l’Associazione per i Diritti dei Cittadini – CODICI Onlus che ad un anno dalla sua nascita ha già fatto tanto ed è cresciuta moltissimo,forse perché tra la gente vi è l’errato,ma umano,preconcetto che senza la politica di mezzo le cose sono migliori e si fanno meglio.Faccio gli auguri a La Destra di Gallicano di continuare a crescere nello spirito con cui l’ho voluta far nascere ovvero con onestà,tenacia e disinteresse,chiunque venga dopo di me,anche chi in passato l’ha tradita, ne faccia quello che vuole ma non devii da questi valori.Lascio senza tristezza né rimpianti ma con molta serenità perché so che quello che è stato creato,a volte con degli sbagli,a volte con delle scelte obbligate ma sempre nella più completa buonafede e nell’obiettivo del suo bene complessivo, è un albero che in futuro darà i suoi frutti se continuerà ad essere coltivato con passione e generosità.Chi desidera continuare a seguire il mio impegno per Gallicano può farlo tramite il mio sito (http://www.gianlucacaratelli.it/) ,il mio blog (http://www.gianlucacaratelli.blogspot.com/), il mio canale youtube (www.youtube.com/gianlucacaratelli) e soprattutto tramite il sito dell’associazione Codici di Gallicano (http://www.codicigallicano.blogspot.com/) .Cambiano gli strumenti ed i compagni di viaggio ma l’obiettivo resta sempre lo stesso, perché la forza sta nella bontà delle idee e nell’onestà delle persone e non nella natura dei mezzi che si utilizzano.A presto,Gianluca Caratelli.

domenica 14 giugno 2009

L'Msi lancia le "Ronde nere" era ora..




Dovremmo sentirci tutti più sicuri e tranquilli: eppure, più si diffonde e più si concretizza questa idea delle ronde e più si avverte nell’aria una sinistra inquietudine. C’è in giro un sacco di gente che sta prendendo la faccenda tremendamente sul serio. Si arruolano, si mettono la divisa, non vedono l’ora di scendere in strada a rimettere un po’ di cose a posto. Delle ronde padane tutti sappiamo già quasi tutto. Ora, con tanto di presentazione ufficiale, un secondo esercito del bene annuncia all’Italia d’essere pronto all’azione: non appena il disegno di legge sulla sicurezza entrerà in vigore, potremo contare pure sui volontari della Guardia Nazionale Italiana, subito noti nell’ambiente come ronde nere.
Non è nemmeno il caso di dirlo: anche questi si presentano con l’aureola. Dicono che pattuglieranno le zone più a rischio delle nostre città armati solo di torcia e telefonini, che la loro funzione sarà di pura segnalazione alle forze dell’ordine. «Siamo una Onlus inquadrata come Protezione civile - spiega Giuseppe Giganti, coordinatore nazionale -: tutti possono accedere, anche chi è di sinistra, perché la politica non c’entra». Risulta ci sia la coda per l’arruolamento. Le guardie effettive sono già 2.100 in tutta Italia. A istruirle e a comandarle sarà invece un colonnello dei carabinieri in riserva: Augusto Calzetta, 67 anni, carriera fra Genova e la Versilia, noto per l’arresto di Ovidio Bompressi e per le indagini sul sequestro dell’Achille Lauro. Un anno fa è stato arrestato dagli ex colleghi perché sospettato di essere coinvolto in una storia di lucro sulle cremazioni, ma l’interessato precisa indignato che «sono solo frottole». Ai suoi ordini, il trenta per cento dei volontari risulta composto da ex agenti o ex militari ora in pensione (domanda: ma mettersi tranquilli a pescare tinche o alla bocciofila, proprio non se ne parla?).
Inutile specificare che anche la Guardia Nazionale Italiana giura sulla natura altamente ideale della propria missione. Presentandosi a Milano durante il congresso del Movimento sociale italiano, che assicura supporto logistico e risorse economiche, le ronde nere garantiscono di non coltivare alcun pregiudizio razziale, «che sia un italiano o un extracomunitario a creare problemi non fa differenza».Per evitare di sentirci improvvisamente a carnevale, incontrandoli all’angolo della strada, conviene imparare subito la divisa: camicia cachi, pantaloni grigi, basco con aquila imperiale romana, fascia nera al braccio con impressa la «ruota solare». Che cos’è la ruota solare? Bisogna imparare presto anche questo: non è il simbolo del circolino astronomico di Qui, Quo, Qua, è l’emblema del nascente Partito nazionalista italiano. Cioè a dire che nonostante tutte le assicurazioni, nonostante l’atmosfera disneyana degli annunci, la Guardia Nazionale è una dichiarata ed evidentissima emanazione di una formazione politica.
Vogliamo dirlo? La strisciante sensazione di inquietudine che il pianeta ronde sta sollevando non è ingiustificata. Non è una paranoia di noi anime belle, che mai scenderemmo in strada imbracciando una torcia elettrica contro nessuno, tanto meno una pistola o un fucile. Sull’idea nobilissima che i cittadini diventino più partecipi del vivere comune, anche della tranquillità e della sicurezza nei quartieri, non c’è proprio niente da scandalizzarsi. Questo giornale difatti non si è scandalizzato. Da sempre, anche senza divisa, chi avverte carabinieri o polizia della presenza di loschi figuri, o di strani giri, o di pericolose situazioni, è un cittadino stimabile. Ma stiamo parlando di altro. Stiamo parlando di pura e semplice responsabilità civica. Se poi i City Angels, o le crocerossine, o i boy-scout, allargano il raggio d’azione e si impegnano anche nella difesa dell’anziano che va a ritirare la pensione, o dei bambini che escono dalle scuole, ancora meglio.Diversa però, diversissima, questa nuova febbre della ronda. Questa corsa all’arruolamento ardimentoso. Stiamo procedendo a passi spediti verso la sicurezza - pure quella - partitocratica, suddivisa per colore e per corrente, parcellizzata con una sorta di manuale Cencelli. Ciascuno si fa la sua, secondo ispirazioni ideologiche e aspirazioni dominanti. Con un inevitabile effetto collaterale: sta prendendo sempre più piede l’equivoco personale, il malinteso senso della pace sociale, così che c’è un sacco di gente entusiasta all’idea di scendere in strada per regolare il mondo a modo suo.
Che il Partito Nazionalista Italiano, prima ancora di nascere, o subito dopo, sia già pronto all’alzabandiera con uno schieramento di 2.100 volontari non può consolare nessuno. Se questo nuovo esercito si sente in dovere di farlo per noi, per proteggerci dalle insidie del vivere d'oggi, può risparmiarsi l’ardore. Non stiamo giocando a guardie e ladri. Non si avverte il bisogno di intasare i marciapiedi con giovani euforici e vecchi nostalgici. Agli italiani non mancano le alternative: abbiamo i carabinieri, la polizia, la Guardia forestale, la Finanza, i Vigili urbani, la Protezione civile, i Vigili del fuoco, abbiamo pure i City angels e i Boy scout. Abbiamo parecchi individui di cui ci fidiamo ciecamente, salvo inevitabili eccezioni. Con le ronde nere abbiamo già dato, tanti e tanti anni fa: i nostri padri non ne conservano ricordi dolcissimi. A parte qualcuno, che stava nelle ronde e si divertiva moltissimo
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sabato 13 giugno 2009

GIUSTO PER RICORDARE,art 357 NOZIONI DEL PUBBLICO UFFICIALE.



Art. 357 (Nozione del pubblico ufficiale).

Agli effetti della legge penale, sono pubblici ufficiali coloro i quali esercitano una pubblica funzione legislativa, giurisdizionale o amministrativa. Agli stessi effetti è pubblica la funzione amministrativa disciplinata da norme di diritto pubblico e da atti autoritativi, e caratterizzata dalla formazione e dalla manifestazione della volontà della pubblica amministrazione e dal suo svolgersi per mezzo di poteri autoritativi e certificativi.

Un esempio di pubblico ufficiale

Normativa di riferimento [modifica]
Lo status di pubblico ufficiale è stato tradizionalmente legato al ruolo formale ricoperto da una persona all’interno dell’amministrazione pubblica.
Dopo la Legge 86/1990 la qualifica si attribuisce sulla base della funzione ricoperta ("È ormai irrilevante la qualifica formale della persona all’interno dell’amministrazione", Cass. Pen. Sez. VI, 85/172198).
La L. 181/1992 ha ulteriormente ampliato il concetto di funzione pubblica.
È pubblico ufficiale anche chi concorre in modo sussidiario o accessorio all’attuazione dei fini della pubblica amministrazione, con azioni che non possano essere isolate dal contesto delle funzioni pubbliche (Cass. Pen., Sez. VI, 85/172191).
Un rapporto di subordinazione o di dipendenza con l’Ente pubblico non è condicio sine qua non per l'attribuzione dello status di pubblico ufficiale (Cass. Pen., sez. II, 90/186992).
La qualifica va riconosciuta a chi, anche se privato cittadino, può esercitare poteri autoritativi, deliberativi o certificativi, considerati anche disgiuntamente tra loro (Cas. Sez. Un. Pen. N. 92/191171), ma "occorre sempre verificare se l’attività è disciplinata da norme di diritto pubblico" (Cass. Pen., Sez. VI, 99/213910). Si pensi infatti ai componenti del Seggio elettorale.
Sono pubblici ufficiali coloro che:
concorrono a formare la volontà di una pubblica amministrazione;
sono muniti di poteri:
decisionali;
di certificazione;
di attestazione;
di coazione (Cass. Pen. Sez. VI 81/148796);
di collaborazione, anche saltuaria (Cass. Pen. Sez. VI n. 84/166013).
L’esercizio di fatto delle funzioni, senza che cioè ci sia stata una investitura formale, è sufficiente a che si riconosca lo status di pubblico ufficiale, a patto che non si commetta il reato di usurpazione di potere (Cass. Pen. V sez., 84/163468). In questo caso la linea di demarcazione tra la liceità e l'illiceità della funzione è molto sottile.
Tra le funzioni pubbliche devono essere ricomprese anche quelle di natura consultiva, anche se svolte all'interno di un organo collegiale.(Cass. Pen., Sez. VI, 95/202649)
La figura di pubblico ufficiale si distingue, non senza confusioni, da quella di incaricato di pubblico servizio. Giova precisare che l'attribuzione di P.U. non comporta necessariamente l'attribuzione di Agente di Pubblica Sicurezza e/o di Polizia Giudiziaria.

Poteri [modifica]
L'articolo 13 della legge n. 689/81 definisce i poteri dei Pubblici ufficiali.
Questi sono abilitati a:
assumere informazioni;
ispezionare cose e luoghi, con l'esclusione della privata dimora;
effettuare rilievi segnaletici, descrittivi e fotografici;
eseguire il sequestro cautelare delle cose oggetto di una confisca amministrativa;
sequestrare il veicolo o il natante privo dell’assicurazione o della carta di circolazione.

Diritto penale [modifica]
I pubblici ufficiali sono soggetti ad una disciplina peculiare sotto il profilo penale, derivante dal loro status. Essi soltanto possono pertanto rendersi colpevoli di delitti tipici contro la pubblica amministrazione:
Peculato (art. 314 c.p.);
Concussione (art. 317 c.p.);
Corruzione
Propria (art. 319 c.p.);
Impropria (art. 318 c.p.);
Abuso d'ufficio (art. 323 c.p.);
Rivelazione di segreti d’ufficio (art. 326 c.p.).

Casistica [modifica]
Esempi di pubblici ufficiali sono:
l'assistente sociale di un ente pubblico
le forze di polizia

l' ausiliario del traffico
l'insegnante di scuola pubblica o privata
il medico ospedaliero
le guardie venatorie (Cass. Pen. Sez. V, n. 97/207896)
i componenti di una commissione di gara d’appalto
i militari in servizio
il capotreno

il comandante di una nave
il pilota d'aereo
il notaio

i membri del Seggio elettorale: Presidente di seggio, Segretario di seggio e Scrutatore di seggio
l'avvocato (per es. nel procedimento di notificazione ex artt. 1-6 della Legge n. 53/1994, il difensore nel compilare la relata di notifica è considerato Pubblico Ufficiale)
il Curatore Fallimentare (art. 30 L.F.)
il direttore dei lavori di opere pubbliche .

mercoledì 10 giugno 2009

Salto della quaglia.occhio chi tanti pali zompa........



Voltagabbana tra fiori e letame.
Un excursus tra i tanti campi di casacca della politica italiana e le polemiche relative. Bipartisan
Carrettate di letame, carrettate di fiori. Le reazioni alla scelta di Follini di passare al centrosinistra sono documenti storici straordinari.
Perché mostrano con accecante chiarezza come la politica italiana sia vissuta ormai, salvo eccezioni, come una guerra per bande. Dove conta una cosa sola: chi è con te, chi è contro di te. Fine. E al diavolo tutto il resto. A partire dalla coerenza. Ma come: quelli che oggi sommergono di insulti l'ex segretario dell'Udc non sono gli stessi che mesi fa lodavano la nobile e tormentata decisione di Sergio De Gregorio di piantare in asso la sinistra che l’aveva eletto? E quelli che ieri marchiavano d’infamia il senatore dipietrista reo di aver tradito per fare il presidente della Commissione Difesa coi voti polaroli non sono gli stessi che oggi plaudono alla meditata e sofferta rottura dell’ «Harry Potter» neodemocristiano? Per carità, sempre successo. Basti ricordare la diversità dei cori, divisi tra lo sdegno e l’approvazione, che accompagnarono nel '94 la scelta di Luigi Grillo di consentire con il suo voto la nascita al Senato del primo governo Berlusconi, contro cui aveva fatto parte della campagna elettorale nelle file del Ppi di Mino Martinazzoli. Oppure, sul versante opposto, il sollievo sorridente della sinistra e la schifata rivolta delle destre contro la decisione di Clemente Mastella ed altri di rompere nel '98 col Polo per consentire la nascita del primo governo D'Alema.
Ricordate, il debutto in Parlamento? Giuliano Urbani parlò di un «governo giuda». Gianfranco Micciché di un’accozzaglia di «saltimbanchi, truffatori, massoni, boiardi di Stato» capaci solo di «strisciare come vermi». Manlio Contento di una «compagine di viados della politica italiana». Gianfranco Fini di un esecutivo «di rigattieri». Ciò detto, rispolverò l'invettiva che Alberto Giovannini aveva usato per bollare i monarchici che avevano abbandonato Achille Lauro per arruolarsi nella Dc: «Puttani! ». E Silvestro Liotta detto Silvio arrivò a dire che a molti componenti del nuovo governo erano «andati trenta denari ». Parlava da un pulpito tutto suo: poche settimane prima, era stato lui, infatti, a far cadere Prodi tradendo la sinistra dopo aver tradito la destra con la quale era stato eletto. E incassando, al rientro, la benedizione di Gianfranco Micciché: «E' chiaro che quando gli abbiamo riaperto le porte del partito non c’è stato manco bisogno di dirgli che il suo collegio è lì che lo aspetta».
Va da sé che, a seconda di «chi tradiva chi», sono sempre cambiate le opinioni. E se certi vecchi naviganti della politica ne ridacchiavano come Francesco Cossiga («Il primo voltagabbana della storia fu San Paolo sulla via di Damasco») o Claudio Martelli («Anche Lutero era cattolico, prima di diventare protestante»), ci sono stati momenti in cui la destra, per bocca di Francesco D'Onofrio, arrivò ad affermare la necessità d’inserire nella nuova Costituzione «una legge contro il salto della quaglia». E altri in cui la stessa proposta è partita da sinistra. Anzi, sbottò un giorno il senatore verde Athos De Luca, «per quelli che cambiano partito si dovrebbe adottare il sistema degli indios Paes, che in Colombia gettano i traditori nelle acque di un lago».
Esagerati. Pronti comunque a spalancare le braccia ogni volta che il figliol prodigo di turno tornava a casa. E c'è chi, tirandosi dietro gli insulti degli alleati abbandonati, ha mangiato il vitello grasso sia per il ritorno a destra e sia per i ritorno a sinistra e magari poi di nuovo a destra. Come Rocco Buttiglione, Alessandro Meluzzi, l'Umberto Bossi e altri. O Totò Cuffaro, che in una sola legislatura di vitelli grassi, avanti e indré, è arrivato a mangiarne una quantità. Insomma: c'è voltagabbana e voltagabbana. Quello infame ti molla, quello buono ti soccorre. Mai però, a causa degli equilibri incerti del Senato, si è vista tanta ipocrita indignazione e tanta ipocrita soddisfazione quanto nell'incrociarsi delle scelte opposte di Sergio De Gregorio e di Marco Follini. Era commossa, la destra, quando il senatore eletto con la più antiberlusconiana delle liste, quella dipietrista, svol tò a destra. «La politica è anche assunzione di responsabilità», disse Gianfranco Fini, «il franco tiratore è un vile, chi invece si assume le proprie responsabilità merita rispetto». «E' un uomo di grande spessore», spiegò Gianfranco Rotondi.
«Chi li conosce, quelli di sinistra, li evita », gongolò Roberto Calderoli. «Renato Schifani gli ha telefonato stanotte per chiedergli se fosse disponibile a diventare il nostro candidato in commissione Difesa... », rivelò Paolo Guzzanti. E spiegò che per quelli come lui la Cdl era pronta a «offrire sponda». A sinistra, fulmini e saette. «Si è trattato di trasformismo e mercimonio», accusò Franco Giordano. «Una vera e propria compravendita», rincarò Gennaro Migliore. «Dopo essere stato eletto col centrosinistra, dovrebbe sentire il dovere di dimettersi», sibilò Vannino Chiti. «Giuda era e giuda rimane», sbottò Antonio Di Pietro. Al che Giampiero Catone saltò su indignato: lui un giuda? Noooo! «Quella a De Gregorio è una vergognosa aggressione! » E assicurò: «Per lui le porte della Democrazia Cristiana per le Autonomie sono sempre aperte».
Ieri, oplà, tutto rovesciato. Di qua Pierluigi Bersani diceva che lui Follini lo stimava «già prima» ed Enzo Carra dava «il benvenuto a Marco», di cui conosceva «la sofferenza personale che dura da anni », e Renzo Lusetti che si congratulava per l'arrivo di un «uomo di raffinato intuito politico, dalle ottime capacità propositive e di grande spessore morale». Di là, con l'eccezione di Giuliano Ferrara («chi lo aggredisce è un bischero») e rari altri, grandinavano insulti. Da Alessandra Mussolini («Scelte immorali») a Luigi Vitali («Compravendita di uomini»), da Sandra Monacelli («Un salto della quaglia») a Lorenzo Cesa («Fenomeni di trasformismo») a Piero Testoni: «L'Italia di mezzo è l'Italia dei mezzucci». E se domani il caro Marco tornasse di là? Vitello grasso! Vitello grasso! In fondo, per molti, è solo un gioco. O no?

lunedì 8 giugno 2009

RISULTATI FINALI ELEZIONI GALLICANO

Qui di seguito vengono riportati i dati finali relativi allo scrutinio per le elezioni europee 2009, per il nostro Comune.

Aventi diritto al voto 4375 - Votanti 2678 - Bianche 13 - Nulle 66

Lista PdL - 1391 voti (53,52%)
" PD - 697 " (26,82%)
" Di Pietro - 181 " ( 6,96%)
" Rif. Com. Sin. Europ. - 94 " ( 3,62%)
" UDC Casini - 66 " ( 2,54%)
" Sinistra e Libertà - 51 " ( 1,96%)
" Fiamma Tricolore - 27 " ( 1,04%)
" Bonino - 24 " ( 0,92%)
" Lega Nord - 23 " ( 0,88%)
" Destra - MpA - Pens. - 16 " ( 0,62%)
" Forza Nuova - 15 " ( 0,58%)
" Part. Comun. Lavorat. - 13 " ( 0.50%)
" Melchiorre LD - 1 " ( 0,04%)

PREFERENZE OTTENUTE SINGOLO CANDIDATO

LISTA Pdl
Scurria - 558 (0,35%)
Berlusconi - 339 (0,21%)
Pallone - 291 (0,18%)
Antoniozzi - 97 (0,06%)
Angelilli - 96 (0,06%)
Federico - 87 (0,05%)
Salatto - 83 (0,05%)
De Romanis - 17 (0,01%)
Zappalà - 11 (0,01%)
Bartolozzi - 5
Calcagno - 2

LISTA PD
Milana - 333 (0,42%)
Gualtieri - 203 (0,25%)
Sassoli - 76 ( 0,9%)
De Angelis - 61 ( 0,8%)
Costa - 37 ( 0,5%)
Cioffredi - 31 ( 0,4%)
Mori - 28 (0,3%)
Laurelli - 14 (0,2%)
Sensini - 6 ( 0,1%)
Marini - 4
Domenici - 4
Giuntini - 2
Ucchielli - 1
Vaccari - 1

Voti ripartiti per sezione elettorale:

Sez 1 -
PdL 249
PD 130
IdV 33

Sez. 2
PdL 494
PD 207
IdV 28

Sez. 3
PdL 355
PD 200
IdV 55

Sez. 4
PdL 293
PD 158
IdV 47

Un primo riultato che risalta agli occhi è il raddoppio della lista PdL rispetto a quella del PD, e il gran numero di preferenze espresse dagli elettori dei vari schieramenti.

Ancora una volta Gallicano ha mantenuto il suo trend di comune di indirizzo politico di centrodestra, ancora una volta ha dimostrato che quando si vuole e quando ci si impegna, i risultati poi sono destinati ad arrivare.

Tutti noi sapevamo che esisteva una sorta di "guerra intestina" all'interno della PdL tra chi sosteneva il candidato Scurria e chi invece ha lavorato e bene per l'altro candidato Pallone.

Come non ricordare che vi era anche un interesse da parte del centrosinistra a "tifare" affinchè il candidato di Rossi (Scurria) fosse sorpassato in termini di preferenze dal "gruppo Imago" che portava Pallone come candidato principale e altri in modo minore.

Centrosinistra, che aveva tutto l'interesse politico di "screditare" politicamente il ruolo e figura di Angelo Rossi, ma che ha dovuto invece vedersi bocciata la propria strategia dagli elettori.

Elettori che hanno bocciato sonoramente il PD facendolo divenire la metà esatta del Pdl, che hanno invece premiato Scurria assegnandogli il primato di preferenze addirittura superiori a Berlusconi e di gran lunga superiore agli stessi candidati PD Milana e Gualtieri.

Come non riconoscere anche ai sostenitori di Pallone, Antoniozzi, Angelilli e Salatto di avere svolto un egregio lavoro. Lavoro che ha portato comunque il PdL a divenire un partito con il 53,52% dei consensi.

La geografia politica di Gallicano non è cambiata solo in questo.

Grazie allo "svilimento" del PD è divenuto il terzo partito di Gallicano l'IdV di Di Pietro che supera le liste dell'ex Rifondazione e Sinistra e Libertà messe insieme.

Così come non può esulare da questa analisi il voto sicuramente di protesta dato alla Lega Nord che con i 23 voti ottenuti supera la Destra di Storace che sembra essere scomparsa dalla scena politica gallicanese, nonostante lo scorso anno si presentava con una propria lista con il candidato a sindaco.

Ebbene, non ci aspettiamo nulla da queste elezioni, non ci aspettiamo ne chiediamo dimissioni di nessuno, anche perchè sappiamo in anticipo che non avrebbero mai il coraggio di assumersi una responsabilità politica così seria, ma una riflessione si!

Riflessione che deve e dovrà avvenire,onostante il grande successo, anche in casa PdL per verificare, se ne esistono i presupposti, di riformulare il progetto di un'opposizione unita e concreta, che sappia rimettersi insieme oppure, e non ce lo auguriamo, prendere atto che ci si dovrà indirizzare verso una separazione dolorosa ed inevitabile. Così come altrettanto obbligatoriamente dovrebbe fare il PD, al fine di spiegare il perchè della loro sonora sconfitta e non lasciarsi andare, almeno lo speriamo, a sole battutine scritte sul blog peraltro difficili oltre che da comprendere.

Un arrivederci a tutti voi, sperando che le notizie lette su questo blog possano contribuire ad estendere la discussione politica.

sabato 6 giugno 2009

FACEBOOK E LA POLITICA.VOTA PDL.

Faccioni in primo piano, sorrisi di circostanza, il logo di partito con una croce sopra, un cognome e, solo in qualche caso, uno slogan. Passeggiando per le strade d'Italia questo è lo spettacolo che, prepotentemente, si è costretti a vedere. Manifesti appesi ovunque, ma ai candidati piace così: «Penso che l'elettore voglia vedere per chi votare», sostiene Alfredo Pallone candidato alle prossime Europee nelle liste del Pdl. «Poi bisogna sempre valutare quale mezzo si sta utilizzando. Se devo pubblicizzare la mia persona sui manifesti stradali è inutile scrivere tante cose perché chi guida non ha il tempo di leggerli. Per questo ho scelto di mettere il mio volto sui manifesti».
Una scelta seguita sia a destra che a sinistra. Cosi tra i candidati del Pdl ci sono, tra gli altri, Roberta Angelilli, Marco Scurria, Paolo Bartolozzi, Alfredo Antoniozzi, e Potito Salatto, mentre nel Pd hanno optato per il faccione Silvia Costa, David Sassoli, Giampiero Ciofredi e Roberto Gualtieri. Eppure c'è chi ha voluto pensare ad un modo differente di portare avanti la propria campagna elettorale. Lui è Federico Eichberg, 38 anni, candidato nelle liste del Pdl nella circoscrizione Centro: «Basta con le formule vecchie ed obsolete. La mia idea è puntare sul messaggio. Un elettore non mi deve scegliere perché sono in grado di fare un sorriso fotogenico che riesca ad ammaliare, ma mi deve preferire per le mie idee e per come voglio portarle avanti in Europa».
Promessa mantenuta. Nessun faccione invade il suo manifesto. Anzi si vede un uomo pronto, ai blocchi di partenza, per iniziare una corsa. Tutto deve ricondurre allo slogan: «Yes We Run. Corriamo assieme. Si candida una generazione». «Un messaggio che è nato - continua Eichberg - una mattina. Io vado sempre a correre a Villa Ada con gli amici e dato che in inglese il verbo to run significa sia correre fisicamente sia politicamente, ho pensato fosse il più azzeccato». E, quello stesso spirito giovane e innovatore, ha dettato la linea del sito voluto da Eichberg. Così appena si clicca
www.federico.eu si trova una cartina dell'Europa con immagini in rilievo come la Cattedrale di Aquisgrana o il Palazzo della Commissione a Bruxelles e l'immagine del candidato relegata in un angolo della pagina perchè, come spiega Eichberg, «Al centro ci sono le mie idee».
Un ulteriore modo per rompere gli schemi dato che quasi tutti gli altri candidati hanno preferito non stravolgere il copione: un fascione con l'immagine o dell'Europa geografica o del Parlamento europeo sovrascritta dal nome del candidato e dalla data del voto, a destra o a sinistra una foto — in questo caso si preferisce un mezzobusto — e al centro i vari candidati si dilettano inserendo curricula, propositi, banner con il numero di conto corrente per sostenere la campagna elettorale e infine degli spazi per poter colloquiare con gli utenti. Anche se per incrementare una sosta di filo diretto con i propri elettori molti eurocandidati preferiscono puntare su altre tipologie di comunicazione.
Ecco così che a farla da padrone è sicuramente il mondo di Facebook, il social network più diffuso al mondo (conta circa 200 milioni utenti), che diventa vero e proprio veicolo di campagna elettorale. Basta infatti inserire le parole «Elezioni Europee» nella barra di ricerca per capire quanti candidati stiano puntando su questo metodo. In totale sono più di cento. In prevelenza sono proprio quelli del Pdl (25 in tutto) seguiti a ruota da quelli del Pd (20) e dell'Udc (15). In quasi tutti i casi i candidati, al posto della foto che dovrebbe appunto legare un volto ad un nome, hanno scelto di inserire direttamente il manifesto elettorale così da rendere chiaro per quale schieramento si sta correndo.
Ma anche in questo caso c'è chi opta per una soluzione diversa puntando ad inserire foto meno istituzionali come hanno fatto, ad esempio, Raffaele Lombardo (Candidato dell'Mpa), Franco Vaccari (candidato del Pdl) o Clemente Potenza (candidato dei Liberal Democratici) immortalato addirittura con il camice da dottore. Ma Facebook non solo permette di farsi belli per il proprio elettorato, consente anche di essere presi di mira dai propri avversari. Così innumerevoli sono i gruppi contro la candidatura di Clemente Mastella nelle liste del Pdl. Stesso riluttanza emerge nei confronti di Emanuele Filiberto candidato nell'Udc: 220 persone hanno aderito al gruppo contro la sua elezione. Infine 86 iscritti stanno sostenendo un gruppo che la dice lunga sull'uso del network da parte dei candidati: «Boicottiamo chi fa campagna elettorale su Facebook». Nessuno se ne abbia a male, ma anche questo è il gioco delle parti.

lunedì 1 giugno 2009

Guardia di Finanza sequestra autovelox illegali.

Autovelox non uniformi alle disposizioni tecnico-amministrative sono stati scoperti dagli uomini della Guardia di Finanza di Sala Consilina in provincia di Salerno in circa 70 comuni italiani. Questa cosa potrebbe causare la cancellazione di pressappoco 82mila verbali e l’accertamento di sanzioni irregolarmente contestate (in base all’articolo 142 del Codice della Strada), per una somma complessiva di 11 milioni di euro.

Molte le querele partite dalle differenti organizzazioni dei consumatori verso le società che gestiscono i velox. Giorgio Marcon, responsabile tecnico del Coordinamento nazionale per la Sicurezza a 360° e competente tecnico dell’Unione nazionale consumatori, mesi fa aveva recapitato alla stampa una documentazione dove si forniva prove sulla inosservanza del Decreto ministeriale e delle circolari ministeriali che regolamentano la materia, precisamente molte sono i posti di controllo spesso non visibili e senza nessun lampeggiante sul tetto, né indicazione di preavviso con il contenuto dal Decreto ministeriale del 15 agosto 2007.
Sull'intervento delle Fiamme gialle, alle 12 si è tenuta una conferenza stampa nel Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Salerno, al cospetto del Procuratore della Repubblica di Sala Consilina, Amato Barile.